Le lesioni alle mura


Nelle mura esterne del Lazzaretto, nella parte in pietra bianca tra il ponte e il rivellino, è ancora possibile rilevare diverse lesioni di forma circolare e incavata originate da palle di cannone che colpivano quella zona del forte dal mare, anche se la datazione di tali lesioni belliche non può essere effettuata con certezza


Le aperture del tempietto 



Al centro del cortile interno si può ammirare il
piccolo tempio neoclassico dedicato a San Rocco (protettore dalla peste e dalle epidemie). Il tempietto è aperto sui 4 lati, ciò consentiva alle persone nelle stanze che si affacciavano sul cortile di assistere alla messa senza entrare in contatto fra loro e con l’officiante.


Targa commemorativa

Ad un angolo del Lazzaretto (molo sud, di

fronte alla linea ferroviaria) si trova una targa commemorativa del tentativo di sabotaggio del porto da parte degli asburgici il 6 aprile 1918. Due guardie di finanza, Grassi e Maganuco, nel cuore della notte si accorsero della presenza dei soldati nemici. Grassi fu ferito ma Maganuco riuscì a dare l’allarme, evitando la sottrazione di uno dei Mas, i motoscafi Armati Siluranti della marina italiana, e costringendo i sabotatori alla resa.


Le opere di Vitali e Paladino

Alla Mole di Ancona possiamo trovare due opere, la prima, il Cavallo di Paladino, alto 4 metri, è stato issato sul marciaronda del Lazzaretto, l'altra, Sbarco, di Velasco Vitali, occupa una parte della corte interna dove si trova anche il tempietto a San Rocco.



Gómena

Il Lazzaretto, trovandosi su un'isola artificiale, è

circondato da un canale, utilizzato come piccolo porticciolo per i pescherecci dei locali. Facendo il giro delle mura esterne o percorrendo il marciaronda, si possono notare gli ormeggi con le loro cime, dette per l'appunto gómene poiché questo è il termine usato in nautica per indicare come di sezione superiore a 20 mm.